Borgo Sant’Ercolano - Via di Solaia – Loc. Sant’Ercolano 52041 – Civitella in Val di Chiana

Territorio

Cosa visitare vicino a Borgo Sant'Ercolano

Tra i suoi floridi boschi di querce vive un’abbondante selvaggina, che va dal cinghiale al capriolo alla lepre; due millenni di protezione e intelligente sfruttamento del territorio hanno fatto di questo paesaggio incantevole un posto unico per rilassarsi e ricaricare le energie!

Incastonata nell’armonia della campagna Toscana, “Borgo Sant’Ercolano” si trova a un’altitudine di 600 Mt., in posizione privilegiata per ammirare la bellezza di Cortona e della Val di Chiana!

La sua posizione centrale rende “Borgo Sant’Ercolano” un ottimo punto di partenza per escursioni culturali nelle più famose città d’arte di ToscanaUmbria!

 

  • Arezzo (Km. 20)
  • Firenze (Km. 70)
  • Siena (Km. 40)
  • Pisa (Km. 140)
  • Perugia (Km. 80)

CIVITELLA IN VAL DI CHIANA (Km. 15)

Il territorio, in parte collinare e in parte pianeggiante, è situato nella provincia di Arezzo, ma molto vicino anche alla zona senese. Civitella in Val di Chiana si trova sulla cima di un colle a 525 mt. di altitudine, in posizione dominante, offrendo per questo suggestivi scorci panoramici sulla Val di Chiana e sulla Val d’Ambra. Da segnalare il Castello Medievale, già esistente nel 1048, la cerchia muraria, il Palazzo Pretorio datato 1300, una bella cisterna medievale in pietra, la Chiesa di Santa Maria, risalente all’anno 1000, costruita in stile romanico nel 1252 e ristrutturata dopo la Seconda Guerra Mondiale, e un tabernacolo con l’effigie della Madonna con Bambino in maiolica, di chiara Scuola Robbiana, datata 1522. Posto nelle vicinanze di Civitella, nel punto di valico fra la Val di Chiana e la Val d’Ambra sull’antica “Strada dei Mercanti”, è rilevante l’antico Oratorio della Madonna di Mercatale. Nella parte collinare del territorio si trovano anche le frazioni di Oliveto e Ciggiano, dove sono ancora visibili le tracce delle cinte murarie che circondavano gli antichi nuclei abitativi. Nelle colline circostanti si è sviluppata una interessante produzione di olio e di vino!

L’antico paese medievale di Civitella in Val di Chiana durante la Seconda Guerra Mondiale fu teatro, insieme alle frazioni di Cornia e di Gebbia, di una tremenda strage nazifascista. Tutto il territorio colpito fu messo a ferro e fuoco. Persero la vita 176 civili inermi. Per non dimenticare questo tragico e doloroso evento, che sconvolse l’intera comunità e cambiò tanti aspetti della vita quotidiana, e quindi ricordare alle generazioni future gli errori e gli orrori di ogni guerra, con la speranza di diffondere un messaggio di pace, il Comitato Organizzatore in collaborazione con la popolazione e l’Amministrazione Comunale ha allestito nel centro di Civitella, in Piazza Martiri, una “Sala della Memoria”, inaugurata nel 2004, sessantesimo anniversario dell’eccidio.

In questa sala sono esposti alcuni reperti rinvenuti sulle vittime, numerose fotografie del paese prima e dopo la distruzione, documenti d’archivio, ricerche storiche, testimonianze, inchieste giudiziarie, libri, videocassette registrate nel corso degli anni e vari residuati bellici.

La sala, il cui ingresso è gratuito, è aperta al pubblico nei giorni di Sabato e di Domenica. Il Comitato per la Memoria, nel salutare tutti i visitatori, li invita, nel rispetto del luogo, a mettere la propria firma e, se ritenuto opportuno, anche le proprie riflessioni nell’apposito registro dove, il 7 Ottobre 2004, ha firmato anche il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in visita al paese di Civitella, per rendere un doveroso omaggio alle vittime della guerra in Provincia di Arezzo.

Civitella val di chiana

MONTE SAN SAVINO (Km. 5)

Situato su una collina a guardia della Val di Chiana, fu per secoli conteso per la sua posizione geografica, dagli Aretini, dai Senesi e dai Perugini, dopo essere stato abitato da Etruschi e Romani.

Totalmente distrutto dal Vescovo d’Arezzo Guido Tarlati, per aver dato asilo ai Guelfi (ne fece abbattere le mura nel 1325!) Nel 1337 Monte San Savino, di nuovo abitato, passò prima sotto il dominio di Perugia, poi sotto quello di Siena e quindi (1384) di nuovo sotto quello di Firenze, che vi mandò Potestà e Vicari per amministrarne la giustizia.

Monte San Savino conobbe il suo massimo splendore nella seconda metà del ‘400 e nel ‘500, quando fiorì in questa Terra il nobile ramo della famiglia Ciocchi-Di Monte, originaria di Firenze.

L’atmosfera Medievale di Monte San Savino è sottolineata dall’architettura del Cassero e dalla sua torre imponente (XIV Sec.). L’edifico, completamente restaurato, ospita il Museo della Ceramica.

La via centrale di Monte San Savino, il Corso Sangallo, è fiancheggiata da interessanti ed eleganti edifici: la rinascimentale Loggia dei Mercanti, attribuita al Sansovino (XVI sec.), il Palazzo Comunale con chiostro e giardino pensile e il caratteristico il Palazzo Pretorio (XIV sec.) con facciata ricoperta degli stemmi delle famiglie dei Pretori reggenti. In Centro si trova anche la Torre costruita dai Perugini nel XIV secolo, dalla cui cima si può godere di un panorama mozzafiato sulla Val di Chiana e sulla Val di Chio.

Monte San Savino vanta anche la bella Chiesa di Sant’Agostino di origini trecentesche che, con l’attiguo Convento, fu rinnovata dall’architetto locale, Andrea Contucci detto il Sansovino, all’inizio del XVI secolo. All’interno sono conservate preziose opere d’arte, come la tavola raffigurante l’Assunzione della Vergine di Giorgio Vasari, posta sull’altare maggiore, e cicli di affreschi di Spinello Aretino e della sua Scuola del XV secolo. Accanto alla Chiesa si può ammirare il Battistero di San Giovanni con portale disegnato dal Sansovino.

La Pieve romanica dei Santi Egidio e Savino o della Misericordia sorse probabilmente alla fine del secolo, ma fu più volte rimaneggiata fino ad assumere le linee barocche del ‘700. All’interno è visibile il sepolcro di Fabiano del Monte, la cui scultura viene attribuita all’artista locale Andrea Sansovino. Un’attrazione sacra di Monte San Savino è costituita dal Santuario di Santa Maria delle Vertighe, sull’omonimo colle: secondo una leggenda del ‘500, il 7 luglio del 1100 un drappello di Angeli trasportò in volo, dalla campagna di Asciano sul colle delle Vertighe di Monte San Savino, una Cappellina con l’immagine di Maria Vergine. Monte San Savino, oltre alla più tipica gastronomia toscana, è famosa per la sua Porchetta. La tradizionale “Sagra della Porchetta”, si tiene nel centro storico tutti gli anni, ogni seconda domenica di Settembre e i tre giorni precedenti. Nel Giugno del 2009, Monte San Savino ottenne il “Guinness World Record” per la realizzazione della Porchetta più lunga al mondo  (Mt. 44,93). Altri eventi folkloristici sono la “Fiera dell’equino o dello scaldino col fischio” (che ha luogo in Novembre) e la rievocazione storica delle “Allegrezze per l’investitura di Baldovino di Monte”, in Giugno. Monte San Savino è anche conosciuto per le sue ceramiche, che sapienti artigiani forgiano quotidianamente nelle loro botteghe, utilizzando tecniche antichissime e tramandate di generazione in generazione.

Tra le antiche tradizioni si ha notizia del “Palio Savinese”, giostra cavalleresca disputata in passato, il 15 agosto di ogni anno, almeno fin dal 1471.

Di particolare interesse è la rievocazione storica, che si svolge ogni anno l’ultima settimana di Giugno e che culmina con la festa grande durante la sera del Sabato. Tale manifestazione rievoca l’investitura del Conte Baldovino di Monte nell’anno 1550 e si svolge con spettacoli di piazza, corteo storico e soprattutto con il Palio dei Quartieri, che si contendono la vittoria sfidandosi in quattro prove durante tutta la settimana, i famosi giochi del “Pallone Grosso”, della “Caccia Di Monte”, del “Tiro alla Fune”, e la gara gastronomica. La prima edizione dei giochi di quartiere si è svolta nel 2012.

Gargonza (Km. 5)

E’ al centro dei più importanti itinerari culturali e turistici della Toscana. Gargonza gode di un eccezionale panorama, che permette di ammirare i contorni del paesaggio toscano. Con le sue dimore, la Torre, la Chiesa Romanica e le mura, mantiene intatta la misura e il colore dell’insediamento medioevale. A causa della sua posizione strategica, la storia di Gargonza è intessuta di vicende politiche e belliche sorte tra Firenze, Siena ed Arezzo. Dante Alighieri, ospite dei conti Umbertini, vi trascorse i primi giorni del proprio esilio.

AREZZO (Km. 20)

Arezzo, città dalle antiche origini etrusche di cui si conservano esempi come la Chimera, appartenente al V secolo a.C., fu poi dominio romano (Sec. IV-III). Il Museo Archeologico, nei pressi dell’Anfiteatro romano (Sec. I-II) è disposto su due piani, consta di 15 sale nelle quali si possono ammirare raccolte di monete, bronzi, statue, resti di pavimenti romani, vasi greci ed etruschi e i “vasi corallini”, caratterizzati da una decorazione a rilievo e da una vernice di colore rosa corallino, per i quali Arezzo fu famosa nel mondo romano.

Una volta visitati il Museo Archeologico e l’Anfiteatro Romano, possiamo dirigerci verso Piazza Guido Monaco e percorrere l’omonima via in direzione della Piazza e della Chiesa di San Francesco. Quest’ultima, iniziata nella seconda metà del ‘200 per volontà dei francescani, completata verso la fine del 1300 ed arricchita nei Secoli XV-XVI con edicole, cappelle e dipinti, è nota soprattutto perché ospita gli stupendi affreschi della “Leggenda della Vera Croce” di Piero della Francesca. Il pittore, nato a Borgo San Sepolcro con ogni probabilità nel 1415, si dedicò alla realizzazione di quest’opera verso la metà del 1400 e realizzò i 10 riquadri che narrano la storia della Croce, attualmente restaurati e visitabili su prenotazione. All’interno della Chiesa si ammirano anche la Cappella Guasconi, interamente affrescata da Spinello Aretino verso la fine del 1300, e la Cappella Tarlati, che ospita l’Annunciazione e i Santi Girolamo e Francesco di Neri di Bicci, un’altra Annunciazione attribuita a Luca Signorelli, il ciborio in marmo (Sec. XV) sul pilastro sinistro e la Crocifissione di Spinello sulla parete destra.

Dalla Chiesa di San Francesco possiamo dirigerci a destra verso Corso Italia per continuare la nostra passeggiata in salita, verso la Pieve di Santa Maria. E’ così che scopriamo una delle maggiori espressioni dell’arte romanica in terra aretina, di costruzione paleocristiana. La prima “Pieve”, che ha subito vari rimaneggiamenti, risale ai Secoli IX-XI; la ricostruzione avvenne, infatti, in forme romaniche (tre navate, abside, cripta sotto il presbiterio) verso la metà del XII Secolo. La torre fu terminata nel 1330. L’interno della Pieve, a tre navate congiunte al presbiterio da uno pseudo-transetto, rappresenta una compenetrazione di forme romaniche e di elementi gotici (colonne, pilastri a fasci, arcate, finestre, capitelli), oltre a essere arricchito di edicole e cappelle. Nella cripta a 5 navate con abside, restaurata nel 1800, si conserva il busto-reliquiario con il cranio di San Donato, Patrono di Arezzo, ora presso il Museo Diocesano.

Poco lontano si trova Piazza Grande, resa famosa da molti spot pubblicitari ma soprattutto dalla tradizionale Giostra del Saracino, adattata su di un piano inclinato. Il lato nord della Piazza è occupato dalle Logge del Vasari (pittore, architetto, storiografo e scrittore nato ad Arezzo nel 1511), costruite nel tardo Rinascimento; il lato a est e quello a sud sono chiusi da case e palazzi medievali, tra i quali Palazzo Lippoli e Palazzo Còfani. Il lato ovest è occupato dalla stupenda abside della Pieve, dal Palazzo del Tribunale e da quello della Fraternita dei Laici. Percorrendo verso sinistra le Logge del Vasari e continuando in salita, osserviamo sulla sinistra il Palazzo Pretorio (sec. XIII-XIV), oggi sede della Biblioteca Comunale e la casa natale di Francesco Petrarca, sede dell’Accademia di Lettere, Arti e Scienze, per giungere in prossimità della Cattedrale di Arezzo.

Prima di visitarla, possiamo soffermarci nel passeggio del Prato e proseguire fino alla Fortezza Medicea, che rappresenta il fulcro della ristrutturazione della cinta muraria di Arezzo, avvenuta a partire dal 1505. Infatti, in epoca rinascimentale nacque l’esigenza di ridisegnare la Fortezza, che assunse la forma di stella proprio per consentire una maggiore difesa della città; il disegno fu realizzato da Antonio da Sangallo “il Vecchio” negli anni 1538-60.

Il Duomo fu costruito a partire dal 1277 sull’area di una chiesa paleocristiana intitolata a San Pietro Martire, e la sua realizzazione durò fino al 1510. Il suo interno si svolge in tre navate e ospita opere di grande valore; nella navata destra si osservano vari altari seicenteschi, monumenti funebri e affreschi. Nella navata di sinistra si ammira il capolavoro della Maddalena di Piero della Francesca (1459 ca.), la cantoria disegnata dal Vasari nel 1535 e l’organo del cortonese Luca Boni, un altare seicentesco e un affresco di Luigi Ademollo (1800). Incontriamo inoltre la Cappella della Madonna del Conforto, iniziata dopo un prodigioso episodio avvenuto il 15 febbraio 1796 in seguito a un terremoto che aveva colpito Arezzo, nel quale la Madonna fu vista piangere (gli aretini le sono molto devoti), e la Cappella del Battistero.

Prima di lasciare la parte alta della città è opportuno scendere per Via Sassoverde fino alla Chiesa di San Domenico, esempio di gotico lineare del XIII secolo con campaniletto asimmetrico a vela, dove si trova un mirabile Crocifisso di Cimabue. Cimabue (1240-1302) dipinse il Crocifisso aretino negli anni giovanili (1260 ca.) prima di lavorare a Firenze ed Assisi. Il Crocifisso si distingue per la decisione delle forme: Cristo, nello spasimo della morte, vincendo la posizione del corpo ancora di tipo bizantino, sembra contrarsi, curvarsi e irrigidirsi nella tensione dell’ultimo respiro; la Vergine e Giovanni Evangelista sembrano piegarsi e partecipare al dramma del Cristo.

Non possiamo considerare terminata la visita di Arezzo senza aver visitato la Chiesa rinascimentale di Santa Maria delle Grazie, a 5 minuti dalla città, costruita in pietra arenaria fra il 1435 ed il 1445 in sostituzione dell’Oratorio già esistente. La facciata è quasi completamente coperta dalla loggia, gioiello artistico, opera di Benedetto da Maiano, eretta negli anni 1478-82. All’interno osserviamo un grande altare marmoreo costruito da Andrea della Robbia nei primi del 1500 e l’immagine della Madonna della Misericordia affrescata da Parri di Spinello (1432-31).

CORTONA (Km. 25)

Fu una delle 12 città della Confederazione Etrusca, e delle sue primitive mura ciclopiche si possono ancora oggi osservare imponenti tratti appena modificati da mura medioevali. Salvo alcuni bellissimi Palazzi Rinascimentali, il carattere prevalente degli edifici cortonesi è medioevale, e contribuisce a conferire alle strette ed erte strade un aspetto molto suggestivo. Data la posizione elevata (600 m. s.l.m.) da ogni punto di Cortona si gode una stupenda vista che abbraccia tutta la Val di Chiana.
Nel Museo dell’Accademia Etrusca, fra le molte opere di ogni periodo emergono: il “Lampadario” etrusco detto appunto “di Cortona”, uno dei più celebrati bronzi dell’antichità; e la “Musa Polimnia”, pittura ad encausto di epoca romana, di straordinaria bellezza. Nel Museo Diocesano, oltre a opere di Luca Signorelli, il grande pittore rinascimentale nativo di Cortona, si trova una delle più belle “Annunciazioni” del Beato Angelico. Notevolissime le Chiese Medioevali di San Francesco e di San Domenico, il Palazzo Casali medioevale con facciata rinascimentale, le Chiese rinascimentali di Santa Maria Nuova e di San Niccolò, nelle quali si custodiscono opere d’arte di gran pregio. Fuori città si trovano la tomba etrusca detta “Tanella di Pitagora” (II Sec. a.C.) in Località Cannaia; tombe etrusche a ipogeo del Sec. VI e VII a.C. in Località Sodo; in Località Metelliano la Chiesa Romanica di Sant’Angelo; e al Calcinaio il bel tempio cinquecentesco di Santa Maria delle Grazie. Il Convento delle Celle, fondato da San Francesco, è uno dei luoghi più suggestivi della zona. La “Via Crucis” del Severini (Sec. XX) segue la mistica rampa che unisce il centro abitato al sovrastante Santuario di Santa Margherita, a sua volta dominata dalla possente struttura della Fortezza del Girifalco.

ALTRE INTERESSANTISSIME METE

Lucignano (Km. 15)

Piccolo Borgo della Toscana, rappresenta uno degli esempi più straordinari di urbanistica medioevale, per il suo impianto a forma ellittica ad anelli viari concentrici, pervenuto a noi intatto nei secoli. La felice collocazione geografica di Lucignano, in posizione dominante sulla Val di Chiana, l’ha reso strategicamente importante fin dall’antichità, segnandone poi la storia come Castello conteso tra i territori confinanti. Al centro del Borgo la Chiesa di San Francesco, costruita a partire dal 1248 con facciata dallo schema architettonico tipicamente francescano, a “granaio“, all’interno della quale si trovano numerosi affreschi di fine ‘300. Il Museo Civico si trova all’interno del palazzo Comunale, conserva tra l’altro due tavole del Signorelli ed è inoltre possibile ammirarvi il notissimo Albero d’Oro (o Albero di Lucignano), imponente reliquiario che raffigura simbolicamente la Croce di Cristo.

 Assisi (Km. 95)

Assisi, con le sue vie strette e tortuose, le sue piazze e le molte residenze antiche, ha mantenuto l’impronta dell’età medioevale, che qui si assomma ai ricordi francescani. Ad Assisi infatti nacque e svolse il suo apostolato San Francesco. I monumenti più famosi della città sono quelli religiosi. La Basilica di San Francesco, formata da due Chiese sovrapposte di cui quella Inferiore (la più antica), iniziata nel 1228, e affrescata da Cimabue, Giotto, Pietro Lorenzetti. La Chiesa Superiore, del Sec. XIV, è decorata da un ciclo di 28 affreschi, quasi tutti attribuiti a Giotto, raffiguranti la vita del Santo. Il Duomo, nel quale fu battezzato Federico II di Svezia nel 1197, venne eretto nel Sec. VIII su rovine romane. La Chiesa di Santa Chiara, dove si trova anche il Crocifisso che parlò a San Francesco, fu affrescata da Giotto.

San Sepolcro (Km. 45)

Costituitosi verso la fine del Sec. X intorno a un oratorio eretto per custodire alcune reliquie del Santo Sepolcro portate dalla Palestina, il Borgo fu libero Comune nel Sec. XIII. Le antiche mura a pianta pressappoco rettangolare circondano ancora il centro della città. Il Duomo conserva la facciata in stile romanico – gotico (in pietra, con tre portali e un grande rosone) e il campanile a guglia. All’interno, un affresco di Bartolomeo della Gatta, la “Crocifissione“. La Chiesa di San Francesco ha la facciata del 1258, aperta da un portale gotico e da un rosone; l’interno è barocco. La Chiesa è affiancata dal Chiostro (secc. XIII- XIV) e dalla sala Capitolare (Sec. XIII). Il Palazzo Comunale conserva all’interno il celebre affresco di Piero della Francesca, la “Resurrezione”, e ospita la Pinacoteca; tra le altre pregevoli opere si ricorda, sempre di Piero della Francesca, il “Polittico della Misericordia”.

San Gimignano (Km. 50)

Affacciata su un tipico paesaggio caratterizzato da oliveti e vigneti, San Gimignano era famosa già nel Medioevo per la produzione di vini pregiati. Sorta in una località già abitata in epoca etrusca, verso la fine del Sec. XII, si proclamò libero Comune. L’abitato si distribuisce su tre altezze ben definite; la parte più elevata di San Gimignano è occupata dalla Rocca, poco più in basso, la vecchia cittadella, anteriore al ‘200, chiusa entro una cinta muraria, più giù la parte trecentesca, anch’essa circondata da mura. Durante il periodo comunale sorsero sulla Piazza del Duomo il Palazzo del Podestà (munito di un grande arco d’accesso, e dell’alta Torre Rognosa), e il Palazzo del Popolo, contenente pregevoli affreschi dell’epoca, e fiancheggiato dalla Torre Grossa. Nella Pinacoteca di San Gimignano (situata nel Palazzo Comunale) tra i dipinti più interessanti ricordiamo la “Madonna in Gloria tra i Santi Gregorio e Benedetto“ del Pinturicchio.

Montepulciano (Km. 30)

La splendida cittadina, che per le sue vestigia artistiche e architettoniche è stata chiamata la “Perla del ‘500”, conserva intatta la sua bellezza. Salendo per i ripidi borghi, il visitatore scoprirà bellissimi palazzi e chiese, dove i massimi architetti del Rinascimento trasfusero la loro arte impareggiabile. Da vedere la splendida Piazza Grande, con il Duomo dalla facciata incompleta, e il Palazzo Comunale; tutto intorno, palazzi rinascimentali.
Nella valle sottostante il paese, in un panorama indimenticabile, risalta la mole elegante del Tempio di San Biagio.

Montalcino (Km. 40)

Montalcino si trova su un colle a 564 mt. sul livello del mare, racchiusa tra le valli dei fiumi Orcia, Arbia, Asso e Ombrone, ricche di boschi di lecci, castagni, querce e corbezzoli. Fin dall’Età del Bronzo, Etruschi e Romani si sono avvicendati su questo “monte dei lecci”. Per la sua posizione strategica, Montalcino è stata sempre al centro di scontri fra i territori confinanti; fino a quando, verso la meta del ‘500, dopo che Siena si era arresa ai Medici, oltre quattrocento famiglie di esuli senesi si rifugiarono nel libero Comune di Montalcino, e sotto la guida del maresciallo Piero Strozzi dettero vita alla “Repubblica di Siena in Montalcino”, dotandosi di leggi e ordinamenti civici simili alla vicina Siena. Tra il ‘600 e il ‘700 vi fu un periodo di particolare ripresa economica, dovuta sopratutto al gran numero di artigiani che operavano all’interno della città, e insieme rifiorì l’agricoltura, che fino a oggi ha dato lustro a questo lembo di Toscana. Ancora oggi, infatti, il paesaggio è dominato da filari di vite, da cui si ricavano vini di alto pregio apprezzati in tutto il mondo. Tra questi, un posto d’onore è occupato dall’ormai famoso “Brunello di Montalcino”.

Pienza (Km. 35)

In origine “Castello di Corsignano”, Pienza prese il nome attuale in onore del Papa Pio II Piccolomini, che ne avviò, nella seconda metà del ‘400 la ristrutturazione, con la quale si tendeva a concretizzare l’immagine utopica di città ideale. Tutto il borgo è un piccolo gioiello da vedere, ma in particolare bisogna soffermarsi sul Duomo, che raccoglie opere di Giovanni di Paolo, Matteo di Giovanni del Vecchietta, Sano di Pietro; vi è pure un altare marmoreo attribuito al Rossellino, l’architetto che ebbe da Papa Pio II l’incarico di ridisegnare la città.
Adiacente al Duomo vi è il Museo Diocesano, dov’è possibile ammirare opere della scuola del Sodoma e di Sano di Pietro, e arazzi fiamminghi del ‘400 e ‘ 500. A pochi metri si trova invece il bellissimo Palazzo Piccolomini, edificato su disegno del Bronzino e del Beccafumi. A valle del paese si sviluppa il paesaggio incantevole del “Parco Artistico Naturale e Culturale della Val d’Orcia”, con calanchi, campi ondulati e le famose balze cretacee.

Trequanda (Km. 30)

In una delle zone più integre della provincia di Siena si trova il borgo medievale di Trequanda. Il paese si è sviluppato intorno a un Castello del 1200, di cui oggi resta l’imponente Torre cilindrica merlata. Trequanda è adagiata sulla cima di un colle, immersa in un ambiente naturale fatto di boschi e ordinate coltivazioni di vigne e ulivi.
Il centro storico sorge attorno a un’ariosa e solare piazza, dove si affaccia la splendida Chiesa Romanica dedicata ai Santi Pietro e Andrea; fondata nel duecento, presenta una facciata a conci di pietra bianchi e scuri, raggiungendo un effetto cromatico abbastanza raro in questa zona. All’interno sono conservati un’Ascensione in affresco del Sodoma e un trittico di Giovanni di Paolo.

Chianciano Terme (Km. 40)

Sicuramente una delle località termali più famose e importanti d’Italia; peraltro, sempre alle acque, è probabilmente legata la presenza di un significativo insediamento umano che avrebbe costituito un grosso centro etrusco – romano. Importante testimonianza al riguardo, è il ritrovamento di un monumentale complesso termale in corso di scavo nella centralissima località “Mezzomiglio”. Moltissimi altri reperti di epoca etrusca e romana, alcuni dei quali di recente scoperta, sono visibili nel Museo Civico Archeologico “delle Acque”. La Chianciano medievale racchiude in sé i piccoli tesori dell’arte romanica e rinascimentale: alcuni di essi sono ammirabili nel Museo di Arte Sacra presso il Palazzo dell’Arcipretura.

Bagno Vignoni (Km. 40)

La caratteristica che fa di questo borgo medievale un qualcosa di unico al mondo è la sua piazza d’acqua, nella quale si specchiano le antiche dimore. Dalla grande vasca, i vapori caldi che si sprigionano delle acque termali creano effetti visivi dal fascino inconsueto, diversi a seconda delle stagioni. E’ da lì, dalla grande vasca nel ‘500, dove presero il bagno Santa Caterina da Siena e Lorenzo de’ Medici, detto il Magnifico, che si può ammirare uno dei panorami più suggestivi della zona. Il rivolo, che ancora oggi esce dall’enorme piscina, prima di andare a baciare il fiume Orcia, alimentava un tempo il complesso sistema di mulini, i cui resti costituiscono un Parco Archeologico dal quale si apre una vista assolutamente spettacolare sulla vallata. Entrare in Bagno Vignoni significa scavalcare il muro del tempo, e immergersi in una realtà fuori da esso.

 Chiusi (Km. 45)

Già importantissima in epoca etrusca, Chiusi visse il suo periodo di massimo splendore all’epoca del leggendario Re Porsenna. Importantissimi reperti, frutto di scavi archeologici che proseguono con successo anche attualmente, sono visibili presso il “Museo Archeologico Nazionale Etrusco“. Di fronte a esso c’è il Duomo, già esistente nel XII Secolo e trasformato nel 1585; adiacente all’edificio è stato istituito, negli anni ‘30, il “Museo della Cattedrale“, che custodisce importanti reperti, tra cui dei preziosi messali miniati.
Nel territorio sono state anche riportate alla luce interessantissime tombe etrusche, come quella della Pellegrina, della Scimmia, del Leone, e quella della Pania. In questi luoghi è possibile ammirare inoltre le Catacombe di epoca cristiana di Santa Mustiola e di Santa Caterina. Oltre alle Catacombe è visitabile il cosiddetto “Labirinto di Porsenna”, consistente in un intricato sistema di cunicoli sotterranei, che porta alla Cisterna risalente al Sec. I d.C.

Cetona (Km. 50)

Situata alle pendici del monte omonimo, Cetona conserva la caratteristica struttura degli insediamenti medievali, con i vicoli e le stradine che si snodano a spirale nel Borgo per andare a culminare nella Rocca. Da visitare l’insediamento preistorico di Belvedere, vecchio di 40.000 anni. Interessante il Museo Civico per la Preistoria del Monte Cetona, con reperti che vanno dal Paleolitico fino alla fine dell’Età del Bronzo. Nella Chiesa di San Michele Arcangelo (fondata nel 1155) è possibile ammirare alcuni affreschi di scuola senese ed altri attributi a Cola Petruccioli; un ciclo di affreschi del Pinturicchio è invece conservato nella Chiesa della  Santissima Trinità.

Castiglion del Lago (Km. 40)

Situato in un promontorio – penisola di origine etrusca, intorno al Sec. VII d.C. costituì una formidabile difesa del Ducato Bizantino di Perugia. Castiglione fu poi contesa da Arezzo, Cortona, e Perugia, che la sottomise definitivamente. Nel 1617 Castiglione fu elevata a Ducato fino al 1648, quando il territorio Castiglionese fu assoggettato alla Camera Apostolica. La Rocca del Leone fu realizzata nel 1247, su probabile progetto di Frate Elia Coppi, a forma pentagonale con quattro Torri angolari ed il mastio a sezione triangolare. Il Palazzo della Corgna si inserisce sulle antiche case dei Baglioni e sulla cinta muraria già esistente. La vicinanza tra il Palazzo e la Rocca, collegati da un suggestivo camminamento, conferisce all’insieme un carattere tipicamente feudale. Di notevole importanza l’estesa decorazione pittorica dell’interno, a cominciare dagli interventi di Niccolò Circignani detto “Il Pomarancio” iniziati nel 1574.

Camaldoli (Km. 50)

Immersa nelle Foreste Casentinesi, offre la possibilità di passeggiate rilassanti circondati dalla natura, in un luogo carico di spiritualità. A Camaldoli, infatti, si trova il primo Convento dell’Ordine dei Camaldolesi (fondato nel Sec. XI da San Romualdo). Il Monastero fu, soprattutto in periodo umanistico, un’importante centro di cultura. Vi ebbe sede una famosa Accademia, patrocinata da Lorenzo il Magnifico e da Leon Battista Alberti. Più in alto, a Mt. 1104, sorge l’Eremo di Camaldoli, prima sede dell’ordine stesso, che conserva ancora l’impianto originario a celle separate.

La Verna (Km. 40)

Luogo ricco di spiritualità e di pace, qui sorge il famoso Convento Francescano, risalente al Sec. XIII. Nel 1213 il Conte Orlando Gaetani donò il Monte a San Francesco d’Assisi, che vi si recò con alcuni compagni a dimorare in una grotta: qui, il 17 Settembre 1224, avrebbe ricevuto le stimmate. Nel 1216 Orlando vi fece costruire la Chiesetta di Santa Maria degli Angeli, successivamente modificata; nella seconda metà del Secolo vi sorse la Cappella delle Stimmate e nei Secc. XIV e XV la Chiesa Maggiore, a una navata. Le tre Chiese conservano preziose terrecotte di Andrea della Robbia, fra le quali un’ “Adorazione del Bambino“ e un’ “Annunciazione“.

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